Dostoevskij ha scritto: “Se Dio non esiste tutto è permesso”.
Ecco il punto di partenza dell’esistenzialismo. Effettivamente
tutto è lecito se Dio non esiste, e di conseguenza l’uomo è
“abbandonato” perché non trova né in sé, né fuori di sé,
possibilità d’ancorarsi. E non trova, anzitutto, neppure delle
scuse. Se davvero l’esistenza precede l’essenza non si potrà
mai giungere ad una spiegazione riferendosi ad una natura
umana data e determinata; ovverosia, non vi è determinismo:
l’uomo è libero, l’uomo è libertà. Se, d’altro canto, Dio non
esiste, non troviamo davanti a noi dei valori o degli ordini che
diano il segno della legittimità della nostra condotta. Così, non
abbiamo né davanti a noi, né dietro di noi, nel luminoso regno
dei valori, giustificazioni o scuse. Siamo soli, senza scuse.
Situazione che mi pare di poter caratterizzare dicendo che
l’uomo è condannato a essere libero. Condannato perché non
si è creato da solo, e ciò non di meno libero perché, una volta
gettato nel mondo, è responsabile di tutto quanto fa.
- Jean-Paul Sartre